top of page

La memoria nel locale

  • Immagine del redattore: Fusignano per la Sinistra
    Fusignano per la Sinistra
  • 19 gen 2021
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 4 lug 2021

Il ricordo attraversa la vita di ogni persona; è l’ambizione artistica di ogni intellettuale che ha tentato di superare la morte fisica. In questo periodo dell’anno il ricordo diventa però la memoria di altro: di uno dei momenti peggiori della storia; di un ventennio di crimini, omicidi, deportazioni; di uno dei maggiori genocidi compiuti dall’uomo.

È inutile ribadire le solite nozioni ripetute ogni anno, dal “ogni giorno è il Giorno della Memoria” al ricordare le vicende storiche intercorse tra la nascita del nazifascismo e l’entrata dell’Armata Rossa ad Auschwitz. Questo perché il ricordo da solo non basta, anzi rischia di diventare una retorica svuotata di senso nel ricorrere da calendario. Il ricordo deve essere accompagnato da azioni e iniziative, soprattutto culturali, che radichino la memoria nel nostro profondo.

Vanno in questo senso le politiche che, come sempre, abbiamo ribadito anche in questi anni (dalla mozione contro l’omobitransfobia all’ODG per riaffermare la XII disposizione costituzionale). Politiche necessarie per il dilagare dell’odio verso generi, etnie, orientamenti politici, religiosi e sessuali sempre più forte. Lo dimostrano anche i vari progetti nati di recente, come quello di controlodio.it sull’hate speech.

Questo radicarsi della memoria nel profondo deve partire anche dalla cultura locale, senza che ciò sviluppi quell’egoistico sentimento nazionalista che ancora stimola l’odio. Bisogna arricchire la pratica della memoria con iniziative che rimettano in luce quei personaggi locali rimasti recentemente in ombra, come il comandante Bulow della 28ª Brigata Garibaldi o come chi a Fusignano ha subito i crimini e le deportazioni di quegli anni. Bisogna anche saper attualizzare la memoria, riuscendo finalmente a storicizzare il ruolo delle donne partigiane, come Maria Bartolotti, che hanno fin troppo subito il dimenticare. Un atto di responsabilità non solo verso di noi, ma anche e soprattutto per chi ancora subisce violenze e ingiustizie solo per essere sé stessa.

 
 
 

Commenti


bottom of page