Risposta interrogazione - Prevenzione zanzara tigre
- Fusignano per la Sinistra
- 1 dic 2020
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 1 dic 2020
PREMESSA
Il bacino di laminazione in corso di realizzazione in prossimità al bosco di Fusignano sarà dotato di apposito sistema di drenaggio delle acque di falda onde evitare proprio la permanenza di acqua stagnante.
Il nuovo bacino di laminazione si conformerà pertanto quale ampliamento a tutti gli effetti del bosco di Fusignano; non sono previsti al suo interno laghetti né aree umide, e potrà quindi essere piantumato e accoglierà l'acqua solo in caso di forti piogge per poi riasciugarsi subito dopo, indicativamente entro le 48 ore successive.
I manufatti idraulici funzionali all’immissione e allo svuotamento della cassa (pozzetti di raccolta) saranno inseriti al pari di tutti gli altri manufatti preesistenti sul suolo pubblico (pozzetti e caditoie delle acque meteoriche) nel programma ordinario di attività di lotta alla zanzara che prevede sette trattamenti antilarvali nel corso dei periodi riproduttivi delle zanzare (da fine aprile alla fine di ottobre).
Il programma di attività per la lotta alle zanzare prevede i trattamenti antilarvali ordinari di tutte le caditoie, le bocche di lupo e i pozzetti aperti sul suolo pubblico da parte di ditta specializzata oltre che il monitoraggio di fossi e canali e il trattamento dei focolai attivi. La mappatura dei siti di intervento viene periodicamente aggiornata sul WEBSIT dell'Unione per includere modifiche e implementazioni del sistema di smaltimento delle acque meteoriche; anche i trattamenti ed i monitoraggi sono registrati nella medesima piattaforma.
ATTIVITÀ’ DI LOTTA ALLA ZANZARA NEGLI SCOLI, FOSSATI, AREE BAGNATE.
Le specie più importanti di zanzare autoctone sul territorio della Bassa Romagna sono quelle del genere Culex, caratterizzate da habitat di sviluppo larvale come fossati, scoli, canali, ristagni occasionali con abitudini e dinamiche di popolazioni diverse per ogni specie.
Le zanzare del genere Aedes (tra cui la zanzara tigre) si sviluppano invece prevalentemente in focolai siti in ambiente urbano (caditoie, piccole raccolte d’acqua).
In generale l'andamento delle infestazioni è stagionale, strettamente legato al clima, alla temperatura ed alla disponibilità di acqua, tre parametri estremamente variabili che non consentono di prevedere con precisione le infestazioni.
Le zanzare del genere Culex spp. crescono più rapidamente a fine primavera e a inizio estate, mentre A. albopictus raggiunge più tardi la massima espansione.
Le attività svolte dalla Ditta incaricata per il controllo delle zanzare prevedono la realizzazione di un programma articolato di azioni sulla base del Piano Regionale di Sorveglianza e Controllo delle Arbovirosi adottato ogni anno dalla Regione.
Le principali attività ordinarie sono:
controllo periodico (monitoraggio ogni 15 gg) e trattamenti larvicidi dei focolai larvali in canali, aree allagate, scoli e fossati nel periodo maggio - ottobre in tutto il territorio dei 9 Capoluoghi e le 26 frazioni;
trattamenti antilarvali periodici nelle caditoie/bocche di lupo stradali e in quelle collocate in strutture di pertinenza comunale nel periodo maggio-ottobre (oltre 58.000 pozzetti presenti);
controllo di qualità delle attività di disinfestazione condotte sul suolo pubblico attraverso un'unica convenzione per i 18 Comuni della Provincia di concerto con AUSL.
Per quanto riguarda le aree bagnate, come i bacini di laminazione, al momento sono censiti e georeferenziati su WebSIT e vengono controllati periodicamente:
30 bacini di laminazione e/o superfici d’acqua con acque chiare. Nei bacini di laminazione le acque permangono per pochi giorni a seguito di forti eventi meteorici: vengono riassorbite dal terreno per la quasi totalità, mentre l’acqua permane nelle griglie e nei pozzetti di scolo;
132 canali di grandi dimensioni e in genere con una notevole lunghezza, anche queste con acque chiare e con la presenza costante di pesci larvivori;
368 fossati e scoli con dimensioni più piccole ma estremamente importanti in quanto con livelli di acqua variabili (che favoriscono la schiusa delle uova), minor numero di predatori e alto carico organico.
Inoltre sono censiti 30 chiari da caccia limitrofi alle aree urbane che sono affidati alla responsabilità diretta dei gestori e dei proprietari in termini di monitoraggio e trattamento.
Gli interventi programmati seguono precise metodiche di intervento:
Monitoraggio e trattamenti di aree bagnate e grandi canali: le aree di laminazione risultano allagate a seguito di precipitazioni e hanno lo scopo di raccogliere le acque e dare tempo al terreno di assorbirle. I Tecnici della ditta Sireb controllano che il processo di asciugatura proceda regolarmente e che non permangano ristagni. In questo caso, che si verifica solo di rado e in seguito a forti precipitazioni, attivano i trattamenti a base di prodotto biologico Bacillus. Le griglie e i pozzetti dei bacini di laminazione vengono invece regolarmente trattati contro le larve di zanzare perché li l’acqua permane.
Monitoraggio e trattamenti di fossati e scoli: per le specie di zanzare autoctone (Culex pipiens, Ochlerotatus caspius, Aedes vexsans) i focolai di sviluppo larvale sono rappresentati dalle raccolte d’acqua soggette a cambi di livello, come i fossati di irrigazione o gli scoli, questi ultimi caratterizzati anche da un elevato carico organico e assenza di pesci larvivori.
Svolgimento del monitoraggio: la squadra operativa composta da 2 Tecnici su un mezzo 4x4 è dotata di planimetrie delle aree da trattare con evidenziate i focolai potenziali di zanzare aggiornati. Il monitoraggio è la prima operazione che la squadra esegue: il campionamento avviene mediante uno strumento specifico (dipper) che permette di prelevare 200 ml anche nei fossati e negli scoli più irraggiungibili. Vengono eseguite 3 pescate accostando il dipper alla superficie dell’acqua e si aspetta un po’ di tempo per fare in modo che tutte le larve siano in superficie e poi si effettua la pescata. In caso di presenza di larve viene attivato l’intervento, e in caso contrario viene programmato un nuovo monitoraggio.
Tipologie di trattamento biologico: i parametri fondamentali per determinare il tipo di trattamento sono: presenza di vegetazione, qualità delle acque, eventuali scarichi, presenza di potenziali predatori, accessibilità della superficie dell’acqua.
In base ad essi si sceglie se intervenire con automezzo 4x4 dotato di braccio meccanico con comandi in cabina (il metodo elettivo, applicato ogni qualvolta sia possibile in quanto garantisce la massima velocità e efficacia d’intervento) o con altri metodi quali il trattamento con lancia a mano e il trattamento a piedi con spalleggiato.
Introduzione pesci larvivori: ogni volta che sia possibile, si valuta la possibilità di introdurre peschi larvivori (gambusie) per la lotta biologica con predatori, verificando che si tratti di corpi d’acqua isolati dalla rete delle acque superficiali, in quanto le gambusie sono pesci alloctoni di cui impedire la diffusione in aree naturali.
Nel caso dei bacini di laminazione, e se ci fossero annate particolarmente piovose, si può pensare di modificare il profilo del terreno per creare delle buche in cui l’acqua non venga riassorbita e possa ospitare le gambusie che durante i successivi allagamento possono poi predare le larve in tutto il bacino.
Per le aree rurali private i tecnici, durante i controlli periodici a scoli e fossati, esaminano anche eventuali focolai presenti in queste aree. Se presenti vengono fornite ai proprietari informazioni e consigli su come trattare i focolai, e viene lasciato loro il prodotto per incoraggiarli in questa opera.
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